Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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In queste ore decisive per il contenimento della diffusione del coronavirus in Italia e in Trentino, e che diventa di importanza vitale per la fascia più a rischio della popolazione cioè gli anziani, il Ministero della Salute, su indicazione del comitato scientifico convocato dal governo, ha chiesto a tutte le persone dai 75 anni in su, o dai 65 se hanno altre patologie, di uscire il meno possibile. L’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020, emanata allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio nazionale, ha stabilito che l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA) e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione. Le linee guida emanate invece dalla Provincia di Trento in data 4 marzo 2020 stabiliscono alla lettera m) del comma 1 dell’articolo 1 che occorre limitare ad uno al giorno l’accesso di eventuali familiari, persone incaricate delle assistenze individuali non dipendenti della struttura ospitante e visitatori. Va comunque escluso l’ingresso alle persone che provengono dalle zone individuate come a rischio. Upipa e Spes, in rappresentanza dei gestori delle RSA Trentino, condensano in una frase emblematica la loro posizione “se arriva il virus nelle nostre strutture siamo finiti”. Dopo un braccio di ferro la Provincia ha deciso di non imporre alle case di riposo il rispetto delle linee guida emanate e di lasciare ad ogni direttore la libera scelta su come comportarsi. Considero questa non decisione della Provincia un atto di mancanza di responsabilità molto grave. Il Ministero nazionale ci dice di proteggere le persone più anziane e a rischio. In uno dei 15 punti di una nota rivolta a migliaia di colleghi dalla SIAARTI (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) si dice che “potrebbe essere necessario porre un limite di età per l’ingresso in terapia intensiva”. La Giunta provinciale ha il dovere istituzionale di prendere delle decisioni inderogabili e chiare e si ritiene inopportuno e grave che abbia delegato la responsabilità ai direttori delle strutture. Tutto ciò premesso si interroga il presidente della Provincia di Trento per sapere: 1) quale sia la motivazione che ha indotto la Giunta provinciale a non recepire il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020 riguardo all’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA) e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non; 2) se non ritenga che far accedere personale esterno alle strutture potrebbe arrecare un potenziale grave rischio per la salute dei residenti, del personale medico, infermieristico e assistenziale; 3) se non ritenga che sia grave delegare una decisione di salute pubblica ai direttori delle strutture, contravvenendo ai propri doveri istituzionali; 4) se non ritenga di emanare una ordinanza di chiusura degli accessi esterni alle strutture assistenziali della provincia di Trento, in questo momento di grave emergenza.
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LUCIA COPPOLA |
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